Sul tema “stadio” durante la campagna elettorale non si poteva fare una discussione seria. La preoccupazione di non deludere i sogni dei tifosi era troppo forte. In pochi sono riusciti a dire in modo chiaro che le mire dei Della Valle su Novoli dovevano essere rimandate al mittente. Quanto alla nostra proposta di restyling del Franchi ha suscitato critiche, quando non qualche commento sarcastico. In questi giorni invece è stato dato ampio spazio sui giornali alle dichiarazioni della Sovrintendena che apre all’ipotesi di copertura e ammodernamento del Franchi.
Un monumento si può modificare, se si tutela l’idea, le specificità, se si tutela il concetto, se si tutela la bellezza che lo ha ispirato. Del resto è ciò che è sempre successo. I nostri principali monumenti sono mutati nel tempo: il duomo che è l’icona principale di Firenze, è iniziato con Arnolfo di Cambio alla fine del 1200, la cupola è arrivata con Brunelleschi nel 1400, la facciata nel 1800. Anche il fascino del Corridoio Vasariano risiede proprio nell’igegnosa opera di inserimento in strutture più antiche, primo fra tutti, il Ponte Vecchio e gli edifici circostanti. Impensabile che uno stadio del 1932 non possa essere toccato.
In questi giorni, ciò che per tanti anni è stato considerato impossibile, viene considerato fattibile, rivalutato, viene considerato finalmente una ipotesi concreta. Dalla nuova proprietà viola, dalla sovrintendenza, persino, a quanto ci scrive qualche giornalista, dal sindaco stesso, che invece negli anni passati ha puntato in un’altra direzione, concedendo proroghe su proroghe a un progetto che non veniva mai presentato davvero.
Ristrutturare un monumento 90 anni dopo, farlo diventare un monumento più bello e più funzionale, è un progetto ambizioso per la città intera. Abbiamo proposto per questo di fare un bando internazionale coinvolgendo i migliori architetti del mondo. Ci auspichiamo che si segua questa strada. Firenze deve produrre bellezza anche nel 21esimo secolo, attrarre menti brillanti anche oggi, e non vivere solo di ciò che ha prodotto nel 13esimo o 15esimo o 16esimo secolo.
Benvenga il restyling del Franchi quindi. Ma non possiamo dimenticare che oltre alla funzionalità dello stadio oggi il nostro impianto crea dei problemi ai residenti di Campo di Marte che devono essere affrontati contestualmente alla riprogettazione. La nostra idea di una gestione migliore e meno impattante della mobilità legata alle partite, e in generale ai grandi eventi. Così da migliorare oltre allo stadio in sè, anche la vivibilità della zona di Campo di Marte. Ecco cosa faremmo noi a tal proposito se fossimo al governo della città: convocheremo subito la nuova proprietà e il suo patron Commisso a un tavolo tecnico con gli attori principali della mobilità urbana: ATAF, Firenze Parcheggi, Ferrovie. Proporremmo alcune iniziative concordate tra ACF, Comune, FS e le sopracitate partecipate, per portare avanti alcune proposte chiave:
Con queste proposte poter ridurre drasticamente l’impatto della mobilità delle partite o di un evento quale un concerto, sulla zona di Campo di Marte, facendo arrivare la gran parte degli spettatori con mobilità sostenibile. Immaginiamo insomma di avere finalmente degli “eventi senza inconvenienti”. Se si persegue questa direzione avremo tutti da guadagnare, spettatori e residenti, nuova proprietà e amministrazione, perchè avremo creato un modello virtuoso, un esempio da seguire a livello sportivo, a livello di mobilità e di sostenibilità.
La Foto in copertina è una gentile concessione dell’Arch. Camilla Ammannati.
Il calcio oggi più che mai coinvolge l’economia, la pianificazione urbanistica, l’educazione e molti altri aspetti della vita di una città.
In quest’ottica, la politica non può limitarsi ad essere spettatrice ma deve intervenire direttamente nelle scelte che riguardano il calcio e la città.
A Firenze abbiamo uno stadio che è un monumento, ma che al contempo ha delle criticità da superare.
Noi Verdi proponiamo “Un tetto per il Franchi”.
Un progetto, da realizzare attraverso un bando internazionale, come proponeva Bloomberg nel 2013, coinvolgendo architetti di fama mondiale. Un progetto che, pur tenendo conto dei vincoli architettonici, legati a torre di Maratona e scale elicoidali, renda lo stadio di Firenze più adeguato, comodo e moderno.
Questo progetto si contrappone all’idea di avere due stadi di grandi dimensioni a Firenze, uno privato e uno pubblico. Anche se negli ultimi dieci anni si è spinto in questa direzione, con scadenze per la presentazione della documentazione definitiva che venivano puntualmente disattese e slittavano di 12 mesi ogni volta, noi riteniamo che questa direzione presa sia sbagliata per molte ragioni.
Il nuovo Franchi non dovrà soltanto essere coperto e più fruibile ma deve anche essere uno “Stadio sicuro”: per andare incontro alle esigenze poste dal decreto Amato del 2007.
Pertanto le opere del progetto internazionale includeranno anche interventi architettonici intorno allo stadio, per consentire, attraverso sottopassi e cavalcavia, un afflusso e deflusso ordinati, il posizionamento delle zone di prefiltraggio in modo che non debbano ogni volta comportare la chiusura di Viale Paoli e Viale Fanti.
Ma l’afflusso ordinato allo stadio sarà garantito anche dalla nostra idea di mobilità integrata, applicabile non solo alle partite ma a tutti i grandi eventi.
“Eventi senza inconvenienti” sarà il risultato del coordinamento dei vari soggetti in gioco: comune, Ataf, Ferrovie, Firenze parcheggi e AC Fiorentina collaboreranno per avere tariffe agevolate nei parcheggi di Libertà e Alberti presentando il biglietto, così come navette gratuite dai parcheggi allo stadio, e treni cittadini con provenienza da Piagge, Sesto, Sieci, per portare alla stazione Campo di Marte molti fiorentini, sfruttando le dieci stazioni di cui Firenze dispone.
Questo comporterà un miglioramento della vivibilità per gli abitanti di Campo di Marte, poiché alla nuova offerta di mobilità integrata potrà finalmente abbinarsi una politica sanzionatoria contro sosta selvaggia e in generale non rispetto del codice della strada.
Un tetto per il Franchi, stadio sicuro e mobilità integrata, porteranno finalmente Firenze a vivere gli eventi sportivi come nelle più avanzate città europee.
Le immagini sono gentile concessione dell’Arch. Camilla Ammannati
In un racconto di Andersen degli astuti personaggi
convincono prima un re e poi un’intera città dell’esistenza di un abito che ha
il potere di essere invisibile agli stolti.
Intorno a quel vestito, inesistente nella realtà ma presente nella convinzione
dell’Imperatore, dei cortigiani e infine del popolo tutto, nasce un grande
entusiasmo, un entusiasmo che riesce a far tacere le perplessità di chi, non
vedendo niente, non se la sente di dirlo perché vorrebbe dire ammettere
pubblicamente di essere stolto. Finché un bambino libero da queste remore dice
candidamente: “ma il re è nudo!”