I problemi dell’aeroporto di Firenze sono noti. Tuttavia non è mai stato aperto un dibattito pubblico a riguardo. Il progetto di ampliamento è stato calato dall’alto e non contribuirà a migliorare la vita dei fiorentini. A fine 2018 il percorso decisionale arriverà a conclusione. In ogni caso è fondamentale non iniziare i lavori senza certezze sul progetto.
Dalla sua creazione nel 1931 l’aeroporto di Peretola è stato ampliato quattro volte. Ciò ha consentito l’accesso ad aerei sempre più grossi con un forte aumento del volume di passeggeri. L’aumento del traffico aereo ha comportato un crescente impatto sull’area della Piana. Per questo, nel 2003, la Valutazione di Impatto Ambientale (VIA), ha imposto una serie di misure atte ad aumentare la sicurezza e ridurre l’impatto ambientale dell’aeroporto: interramento dell’autostrada, delocalizzazione degli abitanti più esposti all’impatto sonoro, misure di mitigazione acustica per le abitazioni delle zone vicine. Tali misure avrebbero dovuto essere a carico di Aeroporto Di Firenze, che però non le ha mai realizzate.
Nel 2009 Matteo Renzi, allora sindaco di Firenze, ha reintrodotto il tema dell’aeroporto, proponendo la pista parallela all’autostrada. Nel 2011 il governatore regionale Enrico Rossi, ha modificato il Piano di Indirizzo Territoriale toscano, introducendo un cambiamento di direzione della pista, con una lunghezza massima di 2000 metri. Tale modifica è stata contestata dall’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile che l’ha ritenuto insufficiente a garantire un miglioramento dell’operatività dello scalo, richiedendo che la pista parallela fosse di 2400 metri, la lunghezza prevista nell’attuale versione del progetto.
I numerosi documenti tecnici che da allora si sono susseguiti (PIT, VAS, VIA, etc) hanno dato valutazioni parziali e talvolta contraddittorie.
Il risultato è quindi un progetto finale impreciso, che non include la totalità delle prescrizioni né i relativi impatti economici ed ambientali.
Anche riguardo la direzionalità della pista il rapporto del percorso partecipativo “Aeroporto parliamone” suggerisce che la questione della direzionalita della pista sia ancora da chiarire, lasciando aperta la possibilità di un numero impreciso di voli che sorvolerebbe la città di Firenze e quello dei potenziali dirottamenti e di conseguenza l’effettiva efficacia delle modifiche alla pista.
I punti critici del progetto di ampliamento
I Verdi di Firenze riconoscono l’importanza di un aeroporto efficiente per lo sviluppo economico, sociale e culturale di una città. Riteniamo che per quanto sia giusto e necessario parlare di integrazione con l’aeroporto di Pisa, la distanza tra i due scali e la congestione della linea rendono impossibile usare il Galilei come aeroporto cittadino di Firenze. Siamo quindi contrari ad ipotesi estreme come la chiusura del Vespucci.
D’altra parte il progetto attuale soffre di alcune importanti criticità:
La nostra visione
Se si calcolano i costi e i benefici di una grande opera come questa il risultato sarà facilmente positivo. L’indotto generato dall’ampliamento supera i costi di realizzazione. Secondo noi questo non è sufficiente ad accogliere il progetto: far politica significa scegliere quali, tra le tante opere con rapporto costi-benefici vantaggioso, sia opportuno realizzare, nell’ottica di creare la Firenze del futuro. Noi Verdi di Firenze siamo contrari all’attuale progetto sia nella forma – per quanto già evidenziato – che nella sostanza, perché non risponde alla nostra visione di Città con la “C” maiuscola. Pensiamo che per le dimensioni e la vocazione di Firenze serva un aeroporto cittadino efficiente ma non più grande né con maggior numero di passeggeri. La nostra città deve puntare su mezzi alternativi all’aereo per connettersi al mondo. Sviluppare la connessione via treno con gli hub internazionali ponendo un limite all’impatto che lo sviluppo di Firenze ha sul riscaldamento globale.
Che fare ora?
La situazione attuale vede la Conferenza dei Servizi e la sentenza di ricorso al TAR alle porte. Un cambiamento di rotta dell’attuale governo centrale è possibile, visto che alcuni suoi esponenti paiono poco convinti della “strategicità” di questa grande opera. Alla luce di ciò riteniamo necessario dividere le nostre proposte in funzione degli scenari possibili.
Se il TAR accoglierà il ricorso, bocciando il Master Plan di Toscana Aeroporti o se verranno meno i finanziamenti ministeriali:
Se il ricorso sarà respinto e la conferenza dei servizi si concluderà positivamente e i lavori inizieranno: