By: Redazione
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Dopo l’annuncio della Fiorentina abbiamo letto e sentito soltanto commenti entusiastici riguardo alla realizzazione del nuovo centro sportivo. Siamo molto contenti che la società Viola abbia intenzione di investire sul nostro territorio e auguriamo il meglio per l’avventura imprenditoriale di Commisso.
Il progetto, stando alle dichiarazioni della società, dovrebber prevedere una decina di campi sportivi, di cui due con tribune coperte, una piscina, una palestra, un campus, per un totale di 25 ettari dedicati a quello che dovrebbe diventare uno dei più grandi centri sportivi italiani.
I commentatori si sono concentrati sul valore sportivo dell’investimento. Ma nessuno parla del fatto che il progetto del nuovo centro sportivo della Fiorentina a Bagno a Ripoli andrà a cancellare una delle ultime aree rurali residue nella zona periurbana est di Firenze, un’area che mantiene ancora dal punto di vista storico e paesaggistico degli aspetti caratteristici della pianura agricola perifluviale con mosaici di coltivi ed incolti, siepi e boschetti, ville storiche, aspetti ormai quasi del tutto scomparsi nella periferia fiorentina a causa dei rapidi processi di consumo di suolo e di “valorizzazione del territorio”.
Non a caso il Piano di Indirizzo Territoriale della Toscana (PIT) individua quest’area come un importante elemento ecologico essendo una delle poche area agricola di pianura rimaste nella zona. Per questo il PIT la identifica come area critica da conservare, bene paesaggistico vincolato, ma soprattutto una delle ultime aree di pianura ove il mantenimento di una continuità ecologica tra il paesaggio collinare, la pianura e il fiume Arno costituisce un elemento di grande valore paesaggistico.
Se si esamina la Scheda di ambito relativa a Firenze – Prato – Pistoia e in particolare la sua parte conclusiva, intitolata ‘Indirizzi per le politiche‘, si trova un riferimento specifico a quest’area, laddove, al punto 39, viene inserito fra gli obiettivi di ambito:
“nella pianura orientale di Firenze garantire il mantenimento delle residuali zone agricole di Rovezzano e di Pian di Ripoli, ostacolando i processi di urbanizzazione e mantenendo e riqualificando i varchi di collegamento tra le pianure agricole e le colline.”
Da questi dati si evince chiaramente come queste aree debbano essere tutelate perché svolgono delle funzioni importanti per garantire la qualità dell’ambiente in cui viviamo.
Se si vuole investire sul territorio e garantire alla Fiorentina la squadra che merita di essere, ciò non può avvenire in deroga a quelli che sono i vincoli che la situazione odierna ci impone. Non si tratta di “essere contro”, ma di “essere per” nel rispetto di quelle condizioni che oggi non sono più rimandabili.
Contrariamente a quanto riportato da alcuni giornali, non si tratta di una zona a rischio degrado da “riqualificare”, bensì di un territorio rurale in grado di fornire importanti “servizi” alla città, alle sue comunità e alle sue attività economiche. Si pensi alla mitigazione dei cambiamenti climatici, alla qualità di un paesaggio a fini turistici, alla mitigazione del rischio idraulico, e alla qualità dell’aria e della vita dei cittadini.
Negli ultimi mesi assistiamo ad amministratori e imprenditori sempre più predisposti, a parole, a ridurre l’impatto delle nostre città e a favorire soluzioni che non prevedono consumo di suolo. Nei fatti però un approccio ecologista allo sviluppo delle città sembra ancora molto lontano. Anche nel caso del centro sportivo della fiorentina è difficile capire perché non si possano trovare soluzioni per un progetto di questo tipo, soluzioni che vadano davvero a ripristinare aree già artificializzate del comprensorio fiorentino, o a meglio utilizzare aree già destinate a tale funzioni piuttosto che andare ad urbanizzare e cementificare aree verdi residue. L’area di Bagno a Ripoli appare anche abbastanza incomprensibile nel momento in cui la società viola sembra orientata a costruire un nuovo stadio in una zona a nord ovest della Città metropolitana di Firenze.
Siamo in un periodo di grandi cambiamenti climatici e di enormi problemi ambientali, che incidono direttamente sulla qualità della vita dei cittadini, soprattutto nelle città, dove occorre invertire l’approccio ai problemi: ogni residuale area rurale attorno alle città non deve essere considerata come terreno di conquista per nuove infrastrutture ma come bene comune da preservare individuando soluzioni nuove nel migliore utilizzo delle aree già trasformate e urbanizzate.
Chiediamo al Comune di Bagno a Ripoli di invertire la rotta e non approvare varianti al Piano Strutturale che andrebbero a cancellare dei valori del territorio che non torneranno mai più.
Chiediamo nello stesso tempo alla Regione e alla Soprintendenza di perseguire gli importanti obiettivi individuati in questa direzione dal PIT e dalla stessa normativa urbanistica regionale, opponendosi ad un ulteriore consumo di suolo nelle periferie delle nostre città, e in particolare alla trasformazione di 25 ettari di territorio rurale come previsto per il nuovo centro sportivo a Bagno a Ripoli.
Nello stesso tempo chiediamo a tutti i Comuni dell’area metropolitana fiorentina di individuare aree più idonee ad un progetto di centro sportivo della Fiorentina, che non vogliamo che sia cancellato bensì localizzato in luogo più adeguato.
Quella dei Verdi è forse una voce fuori dal coro, ma riteniamo che la voce ‘stonata’ sia non la nostra ma quella di chi dichiara una cosa (consumo zero del territorio) e poi ne fa un’altra.
Potete ascoltare l’audio del nostro intervento radiofonico riguardo al centro sportivo registrato e gentilmente concesso da Radio Toscana.