Oggi, in tutto il mondo, si sta celebrando la Giornata Internazionale delle Donne attraverso l’astensione delle donne dal lavoro retribuito e da quello di cura non retribuito.
In una società nella quale uomini e donne hanno le stesse opportunità, questo non sarebbe necessario.
Oggi, però, le donne continuano ad essere svantaggiate nel mercato del lavoro, la violenza contro le donne è pervasiva e le donne – soprattutto le più vulnerabili – devono tuttora sopportare le conseguenze psicologiche e lavorative di essere le principali responsabili del lavoro domestico e di cura. Questo succede anche a Firenze, seppure alcuni indicatori mostrano che qui le cose vanno meglio rispetto ad altre città italiane (IRES-CGIL, 2018).
Questo significa che quella società di uguali che combatta l’ingiustizia va costruita, qui ed ora.
Noi Verdi pensiamo che per creare una città nella quale vengono meno le cause strutturali della disuguaglianza tra uomo e donna, la prossima amministrazione si dovrà confrontare con diverse priorità: dal rafforzamento dei Centri Antiviolenza alla riqualificazione dei Consultori, dall’educazione all’affettività al lancio di campagne di sensibilizzazione.
Ma questo non basta. L’occupazione femminile cresce quando aumentano i servizi e la loro qualità. Per questo motivo ci impegneremo a rafforzare – sulla scia di Vienna, Berlino e poi Milano – le politiche di conciliazione in modo che le donne siano sempre meno obbligate a scegliere tra famiglia e lavoro.
Ma questo ancora non basta. Vogliamo introdurre una pianificazione urbana che tenga conto delle necessità delle donne (di tutte le donne, dalle colf alle donne con disabilità). Ad esempio, a Vienna l’osservazione che i campetti gioco presenti nelle aree verdi fossero utilizzati prevalentemente dai ragazzi maschi ha spinto l’Amministrazione, prima a comprendere le cause del mancato utilizzo da parte delle ragazze, e poi a lanciare un concorso per ridisegnarli al fine di favorire l’utilizzo di quegli spazi da parte di tutte e di tutti.
Per fare questo, ovvero per integrare i bisogni e le aspettative delle donne in tutte le politiche di pianificazione, è necessario confrontarsi con le realtà territoriali, ascoltare e soprattutto mettersi al tavolo con le tante donne – organizzate o no – che abitano, lavorano e vivono a Firenze.