In un racconto di Andersen degli astuti personaggi
convincono prima un re e poi un’intera città dell’esistenza di un abito che ha
il potere di essere invisibile agli stolti.
Intorno a quel vestito, inesistente nella realtà ma presente nella convinzione
dell’Imperatore, dei cortigiani e infine del popolo tutto, nasce un grande
entusiasmo, un entusiasmo che riesce a far tacere le perplessità di chi, non
vedendo niente, non se la sente di dirlo perché vorrebbe dire ammettere
pubblicamente di essere stolto. Finché un bambino libero da queste remore dice
candidamente: “ma il re è nudo!”
Viene alla mente questa storia di entusiasmi e abiti
invisibili leggendo le cronache di un progetto invisibile riguardante un nuovo
stadio a Firenze, un progetto nominato dalla società Fiorentina Calcio nel
lontano 2008, e i cui documenti definitivi dovevano essere presentati prima nel
marzo 2016, poi nel dicembre 2016, poi 2017, poi entro il 31 dicembre 2018,
adesso entro il 30 giugno 2019. Vedendo che intorno a tale progetto invisibile
si entusiasma la stampa locale, specialmente quella sportiva, si entusiasmano
le giunte, che arrivano persino a scrivere varianti urbanistiche intorno a un
progetto di cui è stato presentato in dieci anni un rendering e adesso qualche
dato in più… può venire difficile chiedere: “ma questo progetto esiste
davvero? O i proponenti, proprio come i sedicenti tessitori del racconto di
Andersen, stanno prendendo in giro un po’ tutti?”
Ecco: noi forse, proprio perché, come il bambino del racconto di Andersen, non
abbiamo niente da perdere, nessuna posizione di rendita da mantenere, possiamo
dire senza troppe preoccupazioni: “guardate che il re è nudo! guardate che
il progetto non c’è!” “Guardate che siete buffi quando il 20
dicembre, a 11 giorni dall’ennesima scadenza per la presentazione dei
documenti, ci raccontate che “la Fiorentina sta accelerando” sulla
base di qualche voce non meglio precisata e sulle parole di un sindaco che dice
“non ho ricevuto ancora nulla ma sono abbastanza fiducioso”.
Noi riteniamo che Firenze debba progettare la propria urbanistica e il proprio
futuro in base a situazioni reali e non in base a un rendering di 10 anni fa.
Vogliamo che questa progettazione avvenga in modo trasparente. Non la
trasparenza del vestito invisibile, bensì quella trasparenza che consente a
chiunque, giornalista, tifoso o semplice cittadino che sia, di conoscere i
rapporti costi/benefici, le cubature previste, il consumo di suolo, gli impatti
economici, urbanistici e ambientali e via dicendo.
Se la proposta resta invece quella di un progetto visibile solo a ipotetici
saggi e agli iniziati, non ci vergogniamo di ammettere di non far parte di tale
ristretto gruppo.
(Foto di copertina: progetto per la
copertura e riqualificazione dello stadio “Artemio Franchi”, Arch.
Camilla Ammannati)